Intelligenza artificiale: le prime esperienze

blue bright lights

Intelligenza artificiale: dopo qualche mese di sperimentazione è arrivata l’ora di mettere nero su bianco alcuni consigli figli dell’esperienza.

Nella mia attività ho iniziato l’implementazione degli strumenti di intelligenza artificiale introducendo due passaggi importanti per poter usufruire di questi nuovi tool tecnologici: il primo è la ricerca, lo studio; il secondo è una fase di test. Due operazioni determinanti: con la prima capisco gli strumenti che mi si parano davanti, con la seconda tocco con le mani e verifico sul campo se questi strumenti mi possono davvero servire nei miei giorni di lavoro e per le mie produzioni.

Seguendo l’onda dell’intelligenza artificiale

In laboratorio seguo giornalmente le notizie che riguardano l’innovazione nel mondo dei media. Anzi: lo faccio ora dopo ora. Quando ho visto alzarsi l’onda dell’intelligenza artificiale l’ho seguita in silenzio e non ho emesso un beh. Ho letto, letto, letto, esplorato, esplorato. Non quando è nata questa cosa, ma quando arriva una novità tecnologica importante (e questa lo è) solitamente verifico come si comporta l’onda del momento e scelgo punti di vista diversi. Adesso, per esempio, sono tutti pazzi per l’intelligenza artificiale e le sue quasi inquietanti possibilità. Io l’ho ridotta a rango di strumento e ho iniziato la fase di test. Senza aspettative, senza pregiudizi e senza entusiasmi.

La cassetta degli attrezzi

L’intelligenza artificiale è una cassetta degli attrezzi e ad Algoritmo Umano ho cominciato subito a mettere le mani dentro. Ho usato l’AI nella redazione testi, nella creazione di prodotti audio, nella ricerca informazioni. Ci sono anche stati dei momenti in cui ho scelto, anche se potevo, di non utilizzarla. Una metafora: l’AI è come una chiave inglese da 16. Splendida se ti aiuta a fare una cosa meglio di quanto la sapresti usare tu, inutile se puoi svitare il bullone a mano.

I consigli non richiesti

Penso ti sia chiaro che si stanno materializzando, in queste righe, i primi consigli non richiesti sperimentati sul campo:

  1. Studia e conosci l’intelligenza artificiale e i suoi strumenti
  2. Testali, provali quanto prima
  3. Verifica se nel lavoro che devi fare uno strumento di intelligenza artificiale ti può far fare meglio una cosa che, senza quello strumento, faresti comunque, ma con più difficoltà
  4. Verifica se nel tuo lavoro l’AI può farti fare cose che tu non sai fare.
  5. Verifica se nel tuo lavoro l’AI può potenziare la qualità di ciò che fai, la velocità e l’efficienza.
  6. Verifica se nel lavoro l’AI può farti diminuire i costi
  7. Usa l’AI se almeno due dei punti 3-4-5-6 possono realizzarsi grazie a uno strumento di AI.
  8. Scegli quando non usare l’AI. E’ quello il momento decisivo.

Ti faccio un esempio contrario. Il punto sei, tanto per dire, è il punto con cui stanno affrontando l’implementazione dell’AI i media americani. La usano perché costa meno. Ecco: è il miglior modo per distruggere, appiattire, far implodere il sistema dei media.

Dove e come ho usato l’Intelligenza Artificiale

Ho usato l’intelligenza artificiale principalmente in un podcast per un grosso cliente, creando un personaggio del futuro grazie a una suadente voce artificiale tratta dalla piattaforma Murf.ai. Scrivendo i testi è cambiato il modo di scrivere e di narrare le storie, creando le registrazioni di Skylar, questo il nome del personaggio artificiale, ho imparato a rapportarmi con un’iniziale forma di ingegneria del prompt. Cos’è? Il prompt è il contenuto di informazione che tu dai alle piattaforme AI per far loro generare le risposte qualitative e i contenuti che chiedi.

In particolare, gestire la voce di questa strana tipa, è stata un’operazione particolare perché mi ha aperto davanti il mondo per il quale io devo saper scrivere i comandi, i prompt appunto, adatti a farle fare, dire, pronunciare, rendere emozionalmente, quello che voglio. Ho imparato a schiacciare i bottoni giusti della piattaforma e a digitare i testi giusti, con i codici giusti per per far rendere a Skylar le frasi in un certo modo. Non è stata solo questione di buttare il testo dentro il form e trasformarlo in audio con una voce finta che si chiama Nicole.

Altri linguaggi, altre sfide

Lavorare su Murf.ai mi ha fatto conoscere il linguaggio dell’ingegneria del contenuto e mi ha fatto capire che ci sono nuovi alfabeti come quello IPA ch è l’alfabeto con il quale si scrivono le parole dando all’AI il comando necessario per pronunciarle in modo corretto. Insomma, proprio un alfabeto differente rispetto al mio un codice che devo imparare se voglio imparare a usare l’AI nell’audio come un professionista. E chissà quanti altri ce ne sono, che sfida interessante.

Il resto dell’uso dell’Intelligenza Artificiale nel laboratorio è stato, per ora, più ,marginale. Ha interessato solo alcuni test è un articolo che forse avrai letto e che trovi qui. Poi mi sono limitato a provare, provare, provare. A questo proposito ti voglio girare una serie di tool per l’intelligenza artificiale perché possa iniziare anche tu questo cammino. Li trovi qui sotto (naturalmente il contenuto è per i membri della community).

Lascia un commento