Metaverso: ad Algoritmo Umano si studia, senza pregiudizi.
Il 15 ottobre 2022 rimarrà un giorno un po’ particolare per Algoritmo Umano e per me. Nel laboratorio, infatti, grazie agli Oculus Quest 2 appena acquistati, è entrata per la prima volta la realtà virtuale. Lo vedi nella foto in evidenza: quello è il primo momento in cui sono entrato nel mondo della rete immersiva, della rete delle emozioni e delle esperienze. Ho scelto di vedere un documentario sull’origine della vita della leggenda Richard Attenborough. Questo giorno lo ricorderò. Questo è il primo passo verso… il Metaverso che ad Algoritmo Umano sto studiando da pochi giorni. Con curiosità e senza pregiudizi.
Definire il Metaverso? Lo farò fra un po’
Ci provano in molti e io non sarò ancora fra questi, ma quello che mi preme dirti, per ora, è che la realtà virtuale provata ieri da me e dai miei famigliari, non è il Metaverso. Lo dico semplicemente perché il Metaverso è caratterizzato non solo dall’immersione dell’utente nel contenuto, ma anche dal suo aspetto sociale, emozionale, interattivo, costruttivo. A una definizione di questa nuova frontiera del web arriverò fra qualche mese perché la fase di studio della cosa si preannuncia lunga e complicata, soprattutto per la sua base tecnico-scientifica che da me è lontanissima.
Le sensazioni, nuova parte del contenuto
Per ora ti racconto che tutto cambia, nella percezione che hai del web, quando metti quegli occhiali per la prima volta. Questo mondo che nasce, tra le polemiche per gli azzardi di Zuckerberg e per la tangibile pochezza di quanto per ora è stato fatto da Facebook e compagnia, rappresenta anche una modificazione del contenuto perché aggiunge la multisensorialità e l’emozione quali lettere e parole del nuovo modo di comunicare per mezzo del web.
Una grande preoccupazione, anzi due
Il progetto di Algoritmo Umano sul Metaverso è delineato e chiaro, ma non te lo svelo. Prima voglio studiare. Questo progetto, tuttavia, nasce con una preoccupazione, anzi due. La prima è data dal fatto che il Metaverso si presenta come una creazione di aziende private, generalmente americane. Dirai: e quindi? Beh, mi preoccupa. Internet è stata creata da istituzioni accademiche e sviluppata da enti governativi dagli anni ’80 in poi. Per questo è stata vista, percepita e regolata (per quanto molti buchi ci siano ancora) in modo istituzionale. Il Metaverso è una creazione di una, dieci, cento, milioni di aziende private. Per questo regolarlo sarà un’impresa. Ci saranno presto milioni di Metaversi, potenzialmente attinenti a una sfera privata. Per cui difficilmente regolabili.
Molti metaversi, molte internet
Molti metaversi, molte internet, uguale far west. Questa proliferazione delle piattaforme mi preoccupa moltissimo ed è in atto anche ora. Anche Internet, infatti, è al centro di operazioni poco trasparenti da parte di governi come quello cinese. La Cina, infatti, ha già creato la sua Internet che non è uguale a quella del mondo occidentale ed è controllata. Controllata vuol dire limitata, limitata vuol dire che si limita anche la nostra libertà. Devi stare attento, devo stare attento. Mentre scrivo penso anche alla signora Giorgia Meloni, nostra futura premier incaricata, la quale ha parlato apertamente di Rete di Stato in Italia in modo poco chiaro.
Per ora mi fermo qui, ma prima di chiudere ti giro il video di Nas Daily che parla apertamente di nazionalismo digitale. Una cosa su cui vigilare per evitare il furto di Internet. Lo trovi qui. Guardalo, ti conviene.