IBC 2022: il trionfo del cloud

La nostra visita all’IBC 2022 è cominciata.

La fiera che riunisce il meglio al mondo della produzione del contenuto visuale, del broadcasting e delle tecnologie che regolano queste industrie, l’IBC 2022, è iniziata il 9 settembre 2022 al centro congressi RAI di Amsterdam. Abbiamo incontrato Adobe, la firma americana dei software per la creazione di contenuti, abbiamo dato una prima occhiata a molti stand, scoprendo il mondo del cloud sia nel comparto della creazione dei contenuti, sia in quello della distribuzione dei vari contenuti nelle differenti piattaforme per i differenti aggeggi tecnologici e schermi che caratterizzano la nostra vita di tutti i giorni.

L’assenza del mondo mobile

La prima cosa notata è l’assenza del monso mobile quale comparto separato dell’industria dei media. Una sensazione strana, ma forse giustificabile con il fatto che le produzioni mobile sono ormai diventate parte integrante del lavoro di produzione del contenuto video broadcast. Insomma, forse non c’è più bisogno di venire a confrontarsi con gli altri operatori classici, tra telecamere, antenne e satelliti, perché la mobile content creation è ormai parte del mondo della tv, del web, del cinema, del contenuto in generale.

L’IBC 2022 e il flusso che parte dal telefonino

L’IBC 2022 è il paradiso delle nuvole, dei cloud. Sai cosa sono i cloud? Te lo spiego. Sono quei server che ti permettono di caricare sul web un contenuto e di scaricarlo da un’altra device, in un altro posto. Sono quei server che, co programmi basati su questa tecnologia di condivisione dei file, permettono di collaborare in tempo reale alla realizzazione di un contenuto distribuibile su ogni tipo di piattaforma degli stessi. Allo stand di Adobe ci hanno fatto vedere le potenzialità miracolose, si può partire dal telefonino e si arriva ai programmi di montaggio video che ognuno può avere nel computer in tempo reale.

Insomma, nella produzione dei video e dei contenuti, lo smartphone è ormai il principale terminale di produzione del semilavorato (o del lavorato), il quale arriva a completamento (o a destinazione) attraverso pochissimi passaggi (via cloud) per cascare nel tuo computer o fatto, finito e revisionato o, al limite, da post produrre in modo leggero e responsivo.

Lo smartphone, quindi produce ormai definitivamente un’immagine professionale ed è il primo passaggio di una catena di produzione del contenuto televisivo o per le piattaforme digitali nella quale, grazie al cloud, si lavora ormai solo online (addio redazioni).

All’IBC 2022 è padrone l’OTT

Camminando, camminando siamo passati da uno stand all’altro osservando come, ancora oggi, la tecnologia pesante che crea hardware per la ripresa televisiva, la faccia da padrone in questa industria nella quale l’uso dei telefonini per la produzione è diventato comune, ma talmente comune da fondersi con il resto dell’industria dei media visuali.

Ci ha colpito un mondo: quello delle piattaforme e delle app OTT. Non sai cosa vuol dire? Guarda, ti servo subito. Leggi qui che c’è un lungo articolo che riassume quel mondo. Insomma, si tratta del mondo di Netflix, di Dazn e di tutte quelle app che, dai più vari tipi di schermo (dalle smart tv ai tablet, dai computer agli smartphone) erogano contenuti ”on demand”, su tua richiesta e sono ormai il presente dell’industria dei media visuali mondiali.

Fusione dei mezzi di distribuzione del contenuto

Queste piattaforme OTT e le aziende che le producono sono il punto di inizio del futuro dei video (su qualsiasi tipo di schermo). Ormai sono piattaforme che gestiscono l’allestimento di più tipologie di distribuzione del contenuto verso il pubblico. Sono contemporaneamente una app per smart tv, una piattaforma web di contenuti, una app per smartphone.

Per farla semplice: lo smartphone, la tv e il computer diventano solo veicoli dello scopo principale di questa rinnovata industria. Quale? Quello di darti del contenuto. Ovunque tu sia.

Non solo. Queste piattaforme sono anche l’inizio dei media responsivi. Cosa vuol dire? Vuol dire che ti danno dei contenuti leggendo quello che guardi e quello che ti piace e proponendotene altri che rispondono esattamente alle tue esigenze. In modo sempre più preciso.

Lo smarrimento più totale

L’amaro lo lascio in fondo. Sono uscito dal RAI di Amsterdam pensando con smarrimento a questo cambiamento. La tv, il telefonino, il pc non esistono più: esiste il contenuto, il quale ti arriva da ogni device possibile. Se è così, però, perché i produttori del contenuto, i giornalisti, i ”social media cosi” e tutti coloro che hanno a che fare con la creatività video non si staccano dai modelli con i quali producono i contenuti? Che senso ha fare la tv quando la tv non c’è più ed è solo un terminale? Che senso ha fare video ”tipo Youtube” quando la tua tv ha Youtube? Soprattutto (altro smarrimento): ma chi produce contenuti sa che sta cambiando tutto o naviga suonando la sua musica come il Titanic diretto verso l’iceberg che lo distruggerà?

I giornalisti si estingueranno

I giornalisti del mio paese si accorgono di tutto questo? Oppure il servizio televisivo continua a essere servizio televisivo anche se lo vedo da uno smartphone e continueremo a fare collegamenti con lo smartphone con un audio pessimo continuando a ignorare che esistono fior fior di microfoni per il nostro telefono?

Insomma, mi ha smarrito la distanza tra il mondo che cambia e il mondo dei produttori di contenuto italiani che non ha la benché minima intenzione di cambiare. ”Eh, sai, i video li abbiamo sempre fatti così…”. Eh, continuiamo pure… e ci estingueremo.

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