Social network: é la resa dei conti?
Ad Algoritmo Umano studiamo da mesi, anzi da anni, le piattaforme digitali di connessione sociale per cercare di capire come utilizzarle attraverso i contenuti per raggiungere gli obiettivi di comunicazione che ci prefiggiamo e che si prefiggono i nostri clienti. Guardiamo con attenzione, quindi, i social network e tutte le loro evoluzioni prendendole non dalla parte dei numeri, ma dalla parte del loro possibile uso a vantaggio del contenuto.
Poche storie:, questo è uno dei periodi peggiori della storia dei social network con 3 attori principali di questo mondo intenti a rallentare bruscamente la loro corsa. A chi mi riferisco? naturalmente mi riferisco a Twitter e a Facebook, ma non rinuncio a pensare che gli altri social siamo ancora lontani dalla trovare un allora dimensione e una loro sostenibilità nel lungo periodo. Infatti, se Twitter e Facebook stanno piuttosto male, non molto meglio va a Youtube.
Il disastro Musk
L’incredibile dietro-front di Elon Musk in merito all’offerta di acquisto del social network dell’uccellino, ha provocato devastazioni nella società fondata da Dorsey. I vertici dell’azienda hanno già iniziato a operare un taglio del 10% delle risorse umane di Twitter, con punte del 30% nell’ambito del settore delle risorse umane. Le assunzioni sono state bloccate in tutta l’azienda e l’amministratore delegato che, qualche mese fa, ha sostituito Dorsey, si tratta di Parag Agrawal, ha promesso un periodo di lacrime e sangue a tutti coloro che restano. Sebbene il disastro provocato da Musk abbia dato come risultato un leggero rialzo delle azioni di Twitter, le spese legali che la società dovrà affrontare per venire a capo di questo aggressivo tentativo di acquisizione saranno comunque una specie di gravosa tassa sulle già provate casse. Tra l’altro, pare che il processo Twitter-Musk inizi già alla fine di settembre.
“Preparatevi al peggio”
Se Atene piange, Sparta non ride. Dice così un vecchio adagio. Lo dimostra la crisi pesante di numeri, di identità, di utenti, di valore e di prospettive che sta attraversando Facebook in questa prima parte del 2022. Un calo delle azioni del 23%, un calo degli utenti ritornati brutalmente sotto i 2 miliardi (1,93 miliardi per l’esattezza) con un calo nell’ultimo trimestre del 2021 di mezzo milione di utenti secco. Sapendo bene quello cui andava incontro, Zuckerberg ha adottato la mossa del creare Meta proprio quando i numeri iniziavano il loro pesante calo. L’investimento nel mondo del metaverso, tuttavia, è e resta un’operazione costosissima per Facebook la quale ha rivisto al ribasso le sue stime per quanto riguarda i soldi che desiderava mettere su questa scommessa.
La pubblicità, poi, è in caduta libera dopo l’operazione della revisione della tracciabilità dei dati da parte di Apple. Zuck ha già informato i suoi dipendenti di prepararsi a un periodo di super lavoro perché non ci saranno ulteriori assunzioni nei vari team e nelle varie unità della grande azienda di Menlo Park per molti mesi. Una sorta di: preparatevi al peggio.
Google e il maggior carico
Anche Google e la sua mamma Alphabet non godono di buona salute. “Dobbiamo avere un piglio più imprenditoriale, lavorare con un maggiore senso di urgenza, più concentrazione e più fame di quanto abbiamo fatto nei giorni più luminosi“: sono parole di Sundar Pichai usate qualche tempo fa in una lettera indirizzata a i suoi dipendenti di Google di cui é amministratore delegato. Nella stessa lettera ha parlato di uno scenario economico incerto e di un rallentamento delle assunzioni nel grande colosso tecnologico americano. Un trend che caratterizza alcune fra le più importanti società tecnologiche del mondo tra cui Meta, Snapchat, Uber. Il momento di frenata dei social giant e dei big della tecnologia é ben raffigurato da questo articolo di Forbes.
Anche lo streaming vacilla
A proposito di intrattenimento e di distrazione sul web e sui social c’è da registrare anche il pesante arretramento dei numeri, sebbene ancora molto positivi, di colossi dello streaming tipo Netflix. La app di film e serie TV, proprio nel momento in cui ha proposto uno dei suoi prodotti di punta, Stranger Things, comunicato di aver perso 1 milione di abbonati nell’ultimo trimestre. Anche i ricavi, seppur positivi, si sono mostrati chiaramente sotto le attese.
Questo terremoto che riguarda i social network, il web e l’intrattenimento su Internet in generale sta effettivamente ridefinendo questo settore dell’economia che è stato così condizionante negli ultimi tempi, mettendo in ginocchio, per esempio, l’intero mondo dell’editoria.
Pensa che gli analisti di borsa e di economia considerano queste perdite di Netflix inferiori alle aspettative. Pensa anche che Netflix stessa sta pensando a delle mosse molto aggressive per riattaccare il mercato come un abbonamento a costo più contenuto, ma con la pubblicità. Una specie di non senso.
Le mosse isteriche
Social network e web, quindi, sono in un momento di isteria. Lo testimoniano le mosse di Facebook che si dirige verso il metaverso, ma senza averne le potenzialità economiche, di una Netflix che introduce la pubblicità, di Twitter e dei suoi patimenti tra acquisizioni saltate e ricerca di un modello di business sostenibile, di YouTube che perde costantemente appeal e che è diventato troppo ripetitivo nei suoi modi di proporre contenuti e di tante altre realtà. Lo testimonia anche l’innamoramento e il disinnamoramento velocissimo avuto dai giganti dei social nei confronti del settore dell’audio.
Sono segnali di un cambiamento epocale nel mondo delle piattaforme di connessione sociale e di Internet, un cambiamento che darà vita a un nuovo web e a un nuovo mondo dei social, per un motivo legato a doppia mandata con l’interazione che l’utente medio in questo momento fa nei confronti di queste piattaforme. Adesso ti spiego.
Il tuo rapporto coi social
Diciamolo chiaramente: il tuo rapporto con i social network è cambiato.forse gli unici che non se ne sono accorti sono proprio i capoccia delle reti sociali, i quali si ostinano a orientarsi verso quel modo di uso da parte dell’utente che ha contraddistinto la prima fase dell’economia dei social.un modo legato alla permanenza sulla piattaforma, alla distrazione, ai contenuti esagerati, ridicoli, orrendi, qualitativamente pessimi I quali hanno avuto l’effetto di tenerci attaccati a queste piattaforme per proporci la più persistente profilata forma di pubblicità che l’uomo abbia mai conosciuto.il problema è che la pubblicità sui social non funziona più, specialmente dopo la revisione della traccia abilità dei dati che partono dagli smartphone operata dai sistemi operativi di Apple e di Google.
Ora usi i social in un modo profondamente diverso: spesso li usi per capire o informarti, ma più spesso ancora li usi per connetterti con le persone senza passare da ambiti pubblici come gli account dei destinatari dei tuoi messaggi. I social ora sono strumento di creazione delle relazioni che hanno la possibilità di continuare in due ambiti, quello virtuale e quello fisico. Forse c’è un solo social che ancora cattura la tua attenzione e ti fa perdere tempo dietro a immagini che soddisfano emozioni immediate. Si tratta di TikTok. Gli altri, tuttavia, non li usi per guardare dal buco della serratura le vite degli altri, ma per condividere esperienze e per fare esperienze.
Cambiare o morire
I social network, quindi, mostrano con questo periodo di crisi di essere arrivati a un punto di non ritorno.un punto nel quale devono cambiare la loro funzione per continuare a guadagnare terreno e soldi. Come afferma questa analisi del Times of India, i social network non devono più distrarti dalla tua vita, ma aiutarti a viverne una migliore. Leggila è molto interessante. Questo periodo, quindi, sarà un periodo nel quale potremmo tranquillamente vedere la morte di alcuni social network (Twitter è il candidato numero uno almeno stando alle difficoltà che sta patendo in questo periodo), ma in cambio avremo un’era dei social network nella quale la funzione, il senso, sarà più vicino al cambiamento che l’umanità sta passando rispetto alla prima idea che ha contraddistinto l’ultimo decennio. O si cambia, quindi, o si muore.