Ad Algoritmo Umano facciamo esplorazione, anche nel mondo dei podcast.
Per questo motivo abbiamo lavorato molto sul mobile podcasting, abbiamo prodotto podcast di formazione medico scientifica (se vuoi puoi leggere qui qualcosa in più in merito al nostro progetto con Airon), abbiamo provato varie strade per far diventare il podcast un’arte meno fredda e preparata e più vicina alle persone.
Con il podcast di Algoritmo Umano abbiamo raccontato molte cose, molte storie, molti scenari della tecnologia che gira intorno all’uomo. Ora vogliamo cambiarne il senso e il significato facendo un’operazione ai limiti dell’impossibile.
Una nuova piattaforma per il micro podcast
Qualche tempo fa ho scaricato Beams, una app per iPhone di audio note. Un progetto molto interessante di social audio asincrono che parte da audio, tra l’altro splendidamente acquisiti dalla piattaforma, di 90″ massimo. Per un po’ di tempo non ho capito cosa volevo farci, fino a quando ci sono cascato dentro e ho visto un bottone in più: “Publish on Spotify”. In un momento è diventato tutto chiaro.
O, quantomeno, ho capito cosa volevo farci io. Studio da mesi le materie del podcast e dei social audio. Le studio con l’idea di verificare due cose.
- Se i comunicatori possono creare contenuti di valore (e farci qualche soldino)
- Se le aziende o i miei clienti in generale possono utilizzare questi prodotti editoriali (podcast e social audio, appunto) per comunicare in un modo nuovo.
Per proseguire nell’esplorazione del mondo del podcast ho deciso, quindi di trasferire il mio sulla piattaforma Beams e di farlo sempre della lunghezza di 90″. Non di più.
Un podcast che ti parla
E’ davvero potente Beams. Ti fa registrare questi audio brevi che puoi anche caricare, quindi montare a parte. Te li fa pubblicare con una bella foto di sfondo, con un titolo e una dida, ma fa molto di più. Intanto ha una modalità di condivisione social davvero fuori dal comune. I tuoi micro podcast, quindi, possono diventare reel o video di Tiktok in un attimo. Poi ha un’incredibile interfaccia di trascrizione dei tuoi audio che lavora benissimo. E poi è social, molto social.
In che senso? Nel senso che, su Beams puoi anche replicare al micro podcast con un’altra nota audio che possa dare inizio a una discussione. Un podcast che ti parla quindi. Che ne pensi? Io ci provo.
Come farò? Adeguando linguaggio e format alla velocità del mondo di oggi, rendendolo più secco, più selettivo nel racconto e nelle notizie, più vibrante e più diretto. D’altronde se hai meno tempo puoi dire meno cazzate. Poi cercherò di interagire con gli ascoltatori, per creare dialoghi continui. Vediamo, intanto faccio la prima puntata, poi ti saprò dire come vanno le cose…