Lo smartphone è un aggeggio strano, un aggeggio che può confondere.
Il tuo smartphone ti frega. O meglio, non il tuo telefonino, chi lo produce. Dai si fa per dire, ma non è poi tanto uno scherzo. Forse… Ad Algoritmo Umano facciamo mobile content creation e studiamo la tecnologia mobile con attenzione e passione.
Tutto questo, però, non vuol dire che ne siamo succubi o “addicted”. Restiamo e resteremo a osservare in modo critico le cose che succedono e le logiche del business che riguarda questo mondo.
Smartphone che ti porta il cinema in tasca
In questi giorni abbiamo guardato con attenzione l’iPhone numero 13 e il bluff è diventato quasi insopportabile. Un restyling potente, a prima vista, quello del nuovo Melafonino. Se gratti sotto la crosta e guardi dietro le lucine dello sfavillante marketing di Apple, però, inizi a comprendere che qualcosa non torna.
Il punto focale del nuovo iPhone è la capacità della fotocamera di realizzare video degni del miglior regista di Hollywood. Ecco, proprio lì sta l’inghippo…
Già, perché se il 13, con la sua potenza di calcolo, riesce a fare operazioni come il Cinematic mode, vale a dire la capacità di mettere a fuoco il soggetto inquadrato per poi passare a un altro quando entra nella scena, c’è da domandarsi perché non lo faccia il 12. Già, l’iPhone 12. Un dubbio lecito che non dipende dall’hardware che, sotto il profilo dell’apparato fotografico non è dissimile tra i due modelli.
Il software, fa tutto lui
Ho più volte messo in guardia i miei studenti dagli abbagli che il software del telefonino crea davanti all’appassionato. Si pensa che per avere quell’effetto, per poter fare quella tal cosa, ci voglia il telefonino nuovo, perché l’hardware che abbiamo tra le mani non ha le caratteristiche per farlo. Non è così. L’effetto cinema per cui ci diventa irresistibile agli occhi l’ultimo nato della casa è semplicemente una possibilità data al software che quel telefono monta. Non è merito del telefono.
Un software, in questo caso la app fotocamera, che viene abilitato ad avere quella configurazione solo su quel tipo di telefono, ma non sugli altri. Perché? Perché non c’è chiarezza su questo nei confronti del consumatore? Mi piacerebbe essere smentito, ma non credo succederà. Il consumatore è tentato di metter lì 1100 euro solo perché un software fa fare a quel modello una cosa che potrebbero fare quasi tutti i modelli più moderni della casa.
Potenza dei numerini
Lo smartphone nuovo della Apple, quindi, si appresta a fare sfracelli sul mercato perché ha un software che gli altri prodotti della casa non hanno. Potenza dei numerini di un codice in più sull’iPhone 13 rispetto agli altri. E potenza del marketing, naturalmente.
La potenza dei numerini, però, non colpisce solo nella Apple, ma anche nella Dji Global, per esempio. Da pochi giorni è uscito il quinto stabilizzatore per smartphone della casa di Shenzhen. Sembra indispensabile se vuoi fare video magnifici. Eppure è tutto merito della app che lo f girare, perché l’OM 5 resta un semplice braccio meccanico motorizzato. Non è certo lui che fa i video, ma lo smartphone e la sua potenza di calcolo.
La grande illusione
Sono solo due esempi sui messaggi distorti che i produttori di hardware mobile danno ai consumatori per invitarli all’acquisto compulsivo. A cercare, sicuramente potrebbero venire fuori molti altri esempi. Bastano tuttavia, per svelare la grande illusione. Fa attenzione.