5G veicolo di divisione tra ricchi e poveri: un allarme possibile
Da qualche giorno ho a disposizione un telefonino con connessione 5G, esattamente un iPhone 12. Si è parlato e si parla molto della quinta generazione di connessione cellulare, ma ben pochi stanno mettendo in luce il problema più grosso che si presenta fin dal primo uso di questo tipo di aggancio al web. Si tratta di un fenomeno che potrebbe creare un inquietante divario tra il ricchi e i poveri del mondo.
Lo specchietto per le allodole
L’approccio delle compagnie telefoniche al 5G è stato ed è pieno di zone grigie. In questi mesi questa connessione è stata presentata come la porta di un nuovo mondo. Gli operatori telefonici, però, hanno furbescamente evitato di raccontare alcune cose sull’inizio della costruzione della rete infrastrutturale e del “mondo a velocità 5G”. Di cosa parlo? Dell’assenza delle antenne dedicate al 5G (in questo momento in Italia ci sono solo antenne 4G “accelerate”) e dell’assenza di telefonini con il modem adatto a recepire il 5G nativo (anche in questo caso i modem sono misti).
Insomma il 5G di questo primo periodo, almeno in Italia, non esiste se prendiamo a paragone i dati che vengono forniti dalle specifiche tecniche della connessione. La teoria di queste onde porterebbe una potenza di download fino a 20 Gbps per cella (ragionevolmente a pieno regime potremo godere tutti di velocità attorno a 1 Gbps). Le statistiche di One Signal qui sotto parlano chiaro e parlano di picchi da 657 mega per secondo in italia contro i 428 mega della connessione 4G avanzata (quella che nei telefonini compare con il segnalino 4G+).
Le statistiche di One Signal di alcuni test in 5G e 4G nel 2019
La realtà, però, parla di ben altro. I test svolti da me parlano di una connessione massima, a Milano in via Imbriani, di 206 mega in download e 72 mega in upload.
Il vero problema del 5G
Detto del download, va chiarito il settore del caricamento dei contenuti, quello dell’upload. Le celle 5G avranno una potenza di upload da 10 Gbps, da frazionare poi per tutti i cellulari collegati. La velocità con la quale caricheremo i nostri contenuti per mandarli in giro sarà il punto nodale del rapporto che noi, persone normali, avremo con il 5G. Con il download, infatti, possiamo fare pochissime cose. Tra l’altro tutte legate alla possibilità di godere dei contenuti che le varie app di streaming e di social ci fanno sorbire a ogni minuto. Con quella potenza e quella poca latenza, infatti, il vantaggio sarà quello di poter godere di un bel film in HD o di buona musica, ma poco altro. Con l’upload, invece, potremmo giovarci noi di una maggiore velocità per eseguire operazioni personali o professionali. L’upload ci farà lavorare meglio, eseguire più velocemente i compiti, inviare documenti, creare valore aggiunto. Perché l’upload è così strozzato, al di là delle limitazioni tecniche? Questo è il vero problema del 5G.
Qualcuno dovrebbe dire la verità sul 5G
Il 5G, quindi, si presenta come una tipologia di connessione capace di farci vivere meglio i contenuti, ma non capace di darci la potenza necessaria per lavorare meglio. Questo significa chiaramente che qualcuno dovrebbe dire la verità sul 5G e non la dice. Algoritmo Umano continuerà a indagare su eventuali motivi tecnici che impediscono al l’upload in 5G di essere performante in modo più vicino al download. Però appare chiaro che la maggiore potenza di scaricamento del 5G favorisce e favorirà le grandi compagnie dello streaming, da Disney a Netflix, da YouTube a Prime Video, ma anche le tech company dei social come Facebook.
Il 5G ci vuole ancora passivi
Da come si sta presentando questo nuovo mondo va detto che avrà quindi, le stesse caratteristiche di quello vecchio. Le ricche compagnie di contenuti ci faranno restare ancora davanti agli schermi, dandoci contenuti con maggiore qualità e con migliore definizione. Rimarremo ancora imbambolati a guardare video, film, giochi e contenuti 3D, continuando a pagare per vedere. Non si vede all’orizzonte, invece, la possibilità di agire per produrre ricchezza giovandosi di una migliore connessione in upload in mobilità. Un’operazione governata dall’alto, quindi, orientata a ingrossare i portafogli dei Paperoni del web. Il diritto a una migliore interazione con il mondo tramite la rete resta un miraggio, anche in 5G.