Messi e Bartomeu tra guerra e censura
Messi e Bartomeu, da protagonisti del calcio a stelle esplose e cadenti.
Leo Messi è il più famoso e il più forte giocatore di calcio del mondo, ma nel 2020 ha rivelato la sua vera natura, cadendo tra i mortali. Al culmine di un’estate sportivamente tragica.
Josep Bartomeu è il presidente del Barcellona, nemico di Messi da quando, a fine agosto 2020, l’argentino ha espresso la volontà di andare via. Il tutto in base una clausola che sanciva la sua partenza gratis, ma solo in una finestra nel mese di giugno. Ecco cosa sta succedendo tra i due, una guerra che non vi hanno raccontato del tutto.
I calcoli sbagliati di Messi
Leo è stato un incantatore di folle, un fabbricante di sogni e ha vissuto una vita intera, 17 stagioni, per la causa del Barcellona. Fino a quando è diventato troppo pesante da sopportare. Nel 2018, anno del suo ultimo rinnovo triennale con il club, ha chiesto e ottenuto la mostruosa somma di 50 milioni di euro netti che hanno pesato sulle casse del club di Bartomeu per più del doppio.
Alla risultante dei fatti, tuttavia, non ha portato il fatturato richiesto in trionfi, andando incontro a debacle europee che hanno danneggiato il prestigio e le casse del Barça. Fino al tragico, sportivamente parlando, 2-8 subito dal Bayern a Lisbona. Messi ha piegato il club al volere del suo portafoglio. Lo ha fatto sbagliando la misura, imponendo a Neymar la fuga dopo una breve permanenza e ribaltando le casse del club fino a fargli subire il mastodontico monte ingaggi annuale di 650 milioni di euro.
Una montagna di denaro
Perché è sua la colpa? Semplice il motivo. Dopo quel rinnovo del 2018, infatti, gli altri giocatori hanno preteso adeguamenti facendo lievitare i costi del club fino a una crisi economica quasi insostenibile. Il Covid-19 ci ha messo del suo, ma il resto lo ha fatto Bartomeu intento, con i suoi collaboratori, a realizzare acquisti infruttuosi per quasi 1200 milioni. Un montagna di denaro sprecato, un’involuzione tecnica del club che, dopo Guardiola e Luis Enrique, ha perso anche quella cifra tecnica che lo aveva portato, con il tiki-take, a riscrivere la tattica e il modo di stare in campo a livello mondiale.
Un ospite speciale.
Algoritmo Umano ha scelto una voce particolare per farsi raccontare la verità su Messi e Bartomeu. Si tratta di Antimo De Salve, medico chirurgo, specialista in Anestesia e Rianimazione, Terapia Intensiva e clinica del dolore, fondatore e presidente onorario della Penya Lombarda FCB, club di tifosi con oltre mille iscritti. La sua è una voce informata sui destini del Barcellona, anche perché ne è socio e abita vicino a Tarragona. Scrittore a fini benefici (ha pubblicato “Sangue Blaugrana”), il dottor De Salve ha raccontato i retroscena della guerra Messi-Bartomeu e molto altro. Stiamo parlando del voto di censura chiesto da oltre 20 mila soci con una petizione e presentato attorno al 18 settembre 2020 al club. La cacciata di Bartomeu è quindi vicina. Ecco il podcast registrato qualche giorno fa.
Ascolta “Episodio 25 – Algoritmo Umano: la fine di Messi e il Barcellona censurato” su Spreaker.Il voto di censura sta per fare centro
Dal podcast si comprendono bene i contorni della storia. Messi voleva il Manchester City, voleva l’ultimo fiume di soldi della sua vita. Un calcolo freddo, un’ultima accelerata sul conto in banca per il campione nato a Rosario il 24 giugno del 1987. Il City in giugno non poteva fare offerte (pendeva sul capo degli inglesi una squalifica UEFA). In agosto, nonostante una chiacchierata di Leo con Guardiola, non si è fatto sentire. Nel settembre del 2020, però, è scattata la rivolta della base dei tifosi. Con una mozione di censura nei confronti della Giunta Bartomeu, l’imprenditore e socio blaugrana Jordi Farré ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del club.
Bartomeu all’uscita
Sono state raccolte oltre 20.500 firme, contro le 16.500 circa necessarie per far cadere il governo del Barça e la presidenza Bartomeu. Si passerà al vaglio delle stesse, poi a un referendum tra i soci che le confermi e alla fine dell’anno 2020 Bartomeu sarà alla porta. Proprio lui che parlava del 15 marzo 2021 come momento della sua uscita di scena. Da un notista del Mundo Deportivo, quotidiano sportivo catalano, è stata fatta notare una frase detta da Bartomeu fa quando parlava del suo collega Perez a Madrid. Eccola: “Avessi io una mozione di sfiducia, me ne andrei”. Lo farà?

Il futuro di Messi
Il Barcellona, proprio mentre sto scrivendo questo pezzo, sta giocando il suo trofeo Gamper, un classico dal 1966. Messi ha ancora la fascia di capitano addosso, non ha ricevuto un voto di censura dal suo spogliatoio. Bartomeu è in via di ricezione, invece. L’argentino ha perso l’amore del suo popolo. Vivrà imbottigliato nella sua aurea bolla di solitudine e poi andrà a Manchester, sponda City. Prenderà i suoi ultimi soldi, forse, ma perderà l’amore dei tifosi. Messi è stato paragonato più volte a Maradona: in questa estate abbiamo scoperto la differenza. Leo ha sempre pensato a sé, Diego ha sempre pensato al popolo. Per questo il secondo resterà immortale e il primo, con i suoi record impressionanti (750 gol circa tra Barcellona e Argentina), finirà nell’oblio. Addio Messi, stella caduta.
Image by flo_mendez from Pixabay
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