Genitori e scuola: manuale per capire cosa sta succedendo

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Ricomincia la scuola e per i genitori degli 8 milioni di ragazzi che frequentano gli istituti italiani la situazione è davvero problematica.

Algoritmo Umano ha deciso di interessarsi del problema senza accodarsi alle polemiche politiche. Lo fa fornendo ai genitori, al momento i più colpiti dai danni inferti al sistema scolastico italiano dal Covid-19 assieme ai ragazzi, elementi e documenti di valutazione per comprendere cosa sta succedendo e come affrontare la ripresa della scuola.

La prima ad agire è stata Save The Children, a fronte dell’emergenza educativa mondiale che la pandemia ha creato su 200 milioni di bambini. Un’emergenza scuola che mette in crisi il futuro di giovani e che riguarda in modo importante anche l’Italia. Ecco cosa ha scoperto STC e cosa ha stabilito il MIUR, ma soprattutto ecco cosa possono fare i genitori, per esempio scoprendo cos’è il learning loss e come può incidere sul futuro dei loro figli.

L’allarme di Save The Children

Nel mese di agosto del 2020 Save The Children ha fatto un’indagine, con IPSOS, sulle preoccupazioni dei genitori in vista del ritorno a scuola. Lo ha fatto all’interno di un documento che si intitola “La scuola che verrà” nel quale l’ente che si occupa dei bambini ha indicato linee e progettualità per la ripresa. Nel documento si capisce molto bene che la situazione dei genitori, ultimo cuscinetto sul quale si appoggia il disastro della scuola, è allarmante. Ecco un passo tratto dall’indagine, a pagina 10:

L’assenza di comunicazione tra la scuola e le famiglie alimenta le preoccupazioni dei genitori relative al rientro a scuola (7 genitori su 10 si dichiarano preoccupati). La maggior preoccupazione è data dall’incertezza circa le modalità di ripresa (60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%). Distanziamento fisico, è importante ricordarlo, che andrebbe garantito anche nei mezzi di trasporto pubblici e scolastici, utilizzati da un alunno su tre (il 12% nella scuola dell’infanzia, il 18% della scuola primaria, il 38% della secondaria di primo grado e il 55% della secondaria di secondo grado). La scuola dista infatti più di 2 km da casa per circa il 30% dei bambini dai 4 agli 11 anni, il 50% dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado e per quasi il 60% degli studenti della secondaria di secondo grado.

Dal rapporto di Save The Children “La scuola che verrà”.

Il conto lo pagano le donne

Il problema dei lavoratori

Di questo stato delle cose l’indagine IPSOS parla con franchezza e avverte che il conto lo pagheranno i bambini e le loro mamme.

Preoccupano, inoltre, le possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni lavorativi dei genitori (37%), specialmente per i genitori di bambini di 4-6 anni (45%). 1 genitore su 4 con bambini tra i 4 e i 6 anni dichiara che in questo caso sarà la mamma a ridurre l’orario di lavoro o rinunciare all’attività lavorativa.

Se si considera che l’Italia rimane tra i Paesi in Europa con il divario di genere in ambito lavorativo più consistente (18 punti di distanza tra donne e uomini rispetto alla media europea di 10 punti a vantaggio maschile), che per i genitori con almeno un figlio il divario aumenta (è occupato l’89,3% dei padri a fronte del 57% delle madri) e che già ora più del 70% delle convalide per le dimissioni sono date dalle madri, prevalentemente per questioni di mancata conciliazione (Ispettorato del Lavoro) 17, è evidente come questo dato non possa che essere letto con particolare preoccupazione.

Dal rapporto di Save The Children “La Scuola che verrà”

Il documento integrale sulla scuola

Il documento di Save The Children va letto integralmente. Anche perché reca le opinioni dei bambini, la necessità della didattica a distanza e le prospettive per la scuola futura che i genitori devono saper chiedere alle scuole dei loro figli. Eccolo:

la-scuola-che-verra

L’importanza di badare al learning loss

Nel documento c’è il concetto di learning loss che è un concetto importantissimo per comprendere la situazione di grave disagio che patiscono i nostri bambini. Learning loss è quel coefficiente di perdita che i bambini subiscono d’estate rispetto alle cose imparate durante l’anno. In questo 2020 per i nostri figli la perdita di quanto appreso è stata molto più pesante. STC spiega bene il fenomeno e propone anche alcuni strumenti per superarlo, utilizzabili a questo link, ma fa di più.

Una ricerca de La Sapienza

Denuncia, seguendo una ricerca de La Sapienza di Roma, che il learning loss crea divari tra i bambini appartenenti a famiglie con basso reddito e quelli appartenenti ai ceti più abbienti. Naturalmente è stata acuita dalla situazione pandemica e questo porta a pensare che queste generazioni di ragazzi vivranno in futuro una diversità di possibilità di partenza per affermarsi nella vita. Ecco, qui sotto, gli inquietanti risultati de La Sapienza, cui puoi aggiungere il divario creato dal Covid-19, visto che questa ricerca si riferisce solo all’SSL, vale a dire al Summer Learning Loss.

mpdf

È alquanto strano che la ricerca sottolinei il fatto che di Learning Loss, generalmente, in Italia non si parla. Si tratta di un fattore di cui l’Istruzione dovrebbe tener conto in condizioni normali e ancor di più quando la chiusura della scuola, per eventi eccezionali, si prolunga per oltre 6 mesi.

Cosa fa il MIUR

Alla fine di giugno del 2020 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica ha diramato le linee guida del prossimo anno scolastico. Anche questo è un documento da leggere per comprendere bene cosa intenda fare sul piano educativo e socio-sanitario la scuola del proprio bambino.

Le-linee-guida

Cosa deve fare il genitore

Algoritmo Umano ritiene che questi documenti siano un bagaglio interessante per potersi orientare in questa situazione davvero eccezionale e problematica, per poter sopperire alle mancanze subite dai figli e per poter iniziare con la scuola un dialogo attivo, presente e proficuo.

Tanto per essere chiari il documento del MIUR parla apertamente di Didattica a distanza, la famosa DAD, la quale sembra completamente dimenticata nel processo di riapertura della scuola italiana in questo settembre del 2020. Si tratta di un errore madornale, peraltro anticipato dal Ministero con norme precise in merito e aperture alla formazione dei docenti.

Collaborazione e attenzione

Il genitore in questo senso deve rendersi presente presso il plesso scolastico del figlio chiedendo quali misure vengono adottate per assicurare la continuità e l’efficacia didattica dei programmi scolastici e seguire con attenzione le norme socio sanitarie. Gli insegnanti devono si essere aiutarti con la collaborazione, ma anche mettersi in grado di affrontare adeguatamente il confronto a distanza con gli alunni. In questa ripresa, infatti, per il bene dell’apprendimento dei ragazzi, bisogna dotarsi delle armi necessarie per tenere alto, preciso ed efficace il legame con la scuola anche in caso di quarantene o chiusure future di una classe, di un istituto o di tutte le scuole, per una recrudescenza della pandemia.

La paura del sistema scuola

Il sistema scolastico italiano, in questo momento, avanza a piccoli passi ed è terrorizzato da un’eventuale onda del Covid-19 che spazzi via nuovamente tutto. Queste preoccupazioni fanno andare in ordine sparso i presidi delle scuole e stanno facendo diminuire l’attenzione sui danni subiti dai genitori per l’assenza del supporto scolastico per l’educazione dei figli e dai bambini per quanto perso a livello di apprendimento. Anche i dati sulla difficoltà di accesso a Internet per le famiglie sono preoccupanti.

Tuttavia non bisogna dimenticare l’ha didattica a distanza e il corretto uso della tecnologia per poter assicurare il ritorno alla continuità di apprendimento. Non vogliamo che la paura del sistema scuola di oggi, diventi terrore per il sistema Italia di domani.

Foto di copertina di Max Fischer on Pexels.com

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Francesco Facchini

Sono il papà di Davide, un giornalista, un mobile content creator, un progettista di nuove comunicazioni e nuovi media, un digitalizzatore delle vite altrui
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