La palestra? E’ il paese più bello del mondo

Questa è la storia di tre Algoritmi Umani che hanno deciso di stravolgere un luogo comune e di creare una startup che racchiude tanti elementi di un modo nuovo di fare business.

Questa è la storia di Mattia Coppini, di Sara Calvanese e di Davide Gatti, tre giovani professionisti del mondo del fitness e delle palestre che hanno deciso di stravolgere il concetto stesso di palestra e di trasformarlo per sempre.

Con loro, infatti, la palestra è diventata un non luogo, anzi è diventata il Paese più bello del mondo (già, proprio l’Italia). Di più: la palestra è diventata una comunità virtuale che ritrova il piacere dell’incontro e dell’attività fisica andando oltre i muri del luogo classico in cui si fa attività e aggregandosi in posti bellissimi nelle nostre città. Ora ti raccontiamo la loro storia, la storia di Mattia, Sara e Davide, tre Algoritmi Umani che, dopo una vita in palestra, sono diventati i “Senza Palestra” (Gymless). Anzi, precisiamo: ti raccontiamo la loro storia e i concetti del loro business, contando che ti possano essere utili per riflettere sul tuo.

Se la verticale la fai in piazza Duomo

Mattia, Sara e Davide sono tre umani che avranno una novantina d’anni in tre. Nel periodo di lockdown del 2020 si sono incontrati per chiacchierare del loro futuro, proprio mentre il settore che frequentavano subiva un tracollo causato dalle chiusure forzate e dal successivo durissimo percorso che si palesava davanti alle palestre per la riapertura. Stante la necessità di contatto fisico e di promiscuità, infatti, la palestra è diventata un luogo infrequentabile più di tanti altri in tempi di Covid-19. Dalle loro idee, dalle loro speranze e dai loro sogni è nata Gymless, la comunità di allenamento all’aperto in luoghi iconici della città che ha completamente stravolto il concetto di fitness legato al luogo fisico della palestra.

“Io ho raccontato a Sara e Davide le mie idee – ha raccontato Mattia Coppini nella puntata numero 21 di Algoritmo Umano -, loro mi hanno raccontato le loro e in 5 minuti è nata Gymless”. Straordinario il concetto, strepitosa la creazione del valore che ad Algoritmo Umano interessa molto per la sua replicabilità in altri campi. Insomma, ti sintetizziamo il loro percorso di progettazione dell’esperienza da proporre al mercato perché tu possa riproporla in altri ambiti, proprio là dove, per esempio, la società contactless ha modificato i rapporti per sempre. Come in palestra, ad esempio.

Abbattere i muri

Il primo pilastro del progetto è proprio il concetto di palestra. I giovani di Gymless l’hanno spazzata via. La palestra? Per allenarsi e stare bene non serve. La palestra è diventata il paese più bello del mondo, la nostra Italia con i suoi luoghi fantastici. Gymless è partita da Milano, da allenamenti sotto le Torri di City Life, ma vuole conquistare (in modo sicuro, distanziato, protetto e pulito) tutto lo Stivale e andare oltre.

Uno dei momenti di allenamento delle classi di Gymless (credit Gymless.app)

Virtualizzare i passaggi.

Il lockdown ci ha obbligato a dare valore alle relazioni virtuali? Benissimo, per Gymless questo valore è rimasto e viene sviluppato, per unirsi alle classi che si allenano insieme, in gruppo all’aperto, con un sistema di prenotazione che, per ora, arriva via sito, ma a breve sarà via app. Si parla di una quindicina di euro per trovarsi, allenarsi sotto l’occhio attento di top trainer come Mattia e Davide, ma avere anche ricordi fotografici della sessione per andare a casa e diffondere il verbo di questa doppia bellezza. Parliamo della bellezza delle persone che si allenano e della bellezza dei luoghi dove si allenano. La comunità virtuale, quindi, è motore del business e resta virtuale fino all’ultimo passaggio: quello dell’incontro guidato per l’allenamento in luoghi belli e con modi sicuri e salutari.

Una follia scalabile

Ecco che cos’è Gymless spiegato da Gymless

“Abbiamo deciso di mollare tutto e creare questa cosa – ha raccontato Mattia ad Algoritmo Umano – perché siamo folli e perché crediamo che, in momenti come questi della storia, siano solo le scelte di coraggio che ci possono salvare”. Un coraggio, una follia, ma scalabile. Riflettendoci un attimo si capisce che i costi sono pochi (la palestra costa ben di più di un prato di un parco…), il cuore del servizio proposto resta di valore (forse anche di più vista proprio la pandemia che ha bloccato tutti a casa con evidenti ricadute sul benessere) e la community online funge da benzina da mettere nel motore dell’organizzazione delle classi. A proposito della community va detto che dietro al lavoro legato all’immagine e ai social c’è Sara Calvanese, videomaker esperta e abile nel community management.

Di conseguenza è facile pensare che Gymless possa funzionare a Milano come a Buenos Aires, a Berlino come a Tel Aviv, a NY come a Nuova Delhi. Gymless è nuovo, atipico, folle e scalabile. Ora goditi le parole di Mattia Coppini ad Algoritmo Umano e pensa. Il prossimo folle che abbatte i luoghi comuni potresti essere tu.

Ascolta “Episodio 21 – Algoritmo Umano: la storia di Mattia e della palestra senza palestra” su Spreaker.

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