Membership economy e valore della conversazione

Algoritmo Umano ha recentemente pubblicato il suo piano editoriale e ha creato una serie di sottoscrizioni per tutti coloro che vogliono partecipare al progetto.

Ora è il caso di spiegare i principi economici cui Algorimo Umano si ispira per far crescere il suo progetto. Si tratta di principi tratti dalle esperienze di nuovi mezzi di comunicazione che, in varie parti del mondo, stanno sviluppando modelli di business incentrati su uno dei valori più importanti dei nuovi media: sto parlando dell’interazione, della creazione di una comunità e di una membership. Proprio la membership economy è la cultura che ispira Algoritmo Umano e la progettazione della sua piattaforma, naturalmente adattata alle riscorse in campo.

Il giornalismo è una conversazione

Se si vuole creare un medium oggi bisogna partire dalla definizione di giornalismo data nel corso dei suoi studi dal professor Anthony Adornato, di Ithaca College: “Journalism is a conversation”. I media di oggi, infatti, non sono più strumenti che posizionano su una piattaforma di pubblicazione il contenuto e là si fermano. Ora sono ponti di interazione con il pubblico. Le produzioni dei media, infatti, vanno verso il lettore, ma anche il lettore può mandare messaggi all’organizzazione che crea i singoli contenuti del suo mezzo di informazione preferito. Il lettore può perfino rivolgersi, tramite i social o la mail, al singolo redattore degli articoli, dei video o dei contenuti multimediali pubblicati. Di conseguenza media e giornalisti non possono più sfuggire al rapporto diretto con il pubblico che li può perfino aiutare a verificare i fatti e le fonti. Oppure può condizionarne l’operato.

In ascolto

Algoritmo Umano nasce dalla somma dei miei studi e interpreterà la realtà attraverso le conoscenze che ho maturato nel tempo. Sono quelle di un giornalista, di un umanista e di un tecnologo che cerca di capire il presente per interpretare il futuro. Il progetto editoriale spiega il taglio e il modo con cui verranno affrontati gli argomenti, ma c’è di più. Con Algoritmo Umano cercherò di stare all’ascolto e di interpretare le esigenze di approfondimento e di informazione che hanno e avranno le persone che parteciperanno a questa avventura.

Insomma, dietro Algoritmo Umano ci sono io: starò all’ascolto, parlami. Questo è il nostro punto di incontro. Va da se che, non essendo un tuttologo, ma un giornalista e un esperto di mobile content creation, la parte più importante delle mie pubblicazioni sarà vicina alle mie materie. Tuttavia, sono pronto ad andare altrove se qualcuno richiederà la mia penna su argomenti diversi dai miei. Insomma, come dice Adornato, il giornalismo è una conversazione e Algoritmo Umano è il posto in cui la conversazione può iniziare e portare molto lontano.

La Membership Economy spiegata in modo semplice

La Membership Economy è una disciplina dell’economia che si riferisce alla creazione di comunità attorno a un prodotto o a un servizio che si sostanzi in una relazione duratura con i potenziali clienti. Insomma, con questa economia si passa dal mero concentrarsi sul prodotto a un’economia di servizio. Economia caratterizzata sempre più precisamente da modelli di business a lungo termine e volti a tenere in piedi scambi consistenti tra clienti e aziende. L’idea è quella di coinvolgere il cliente nella creazione del valore, questo specialmente nei media, per cercare di farlo sentire parte di qualcosa di importante e di servirlo per soddisfare sue reali esigenze. La materia è stata teorizzata da Robbie Kellman Baxter, una consulente americana che ha scritto una specie di bibbia della Membership Economy intitolata ”The Membership Economy: Find Your Superusers, Master the Forever Transaction & Build Recurring Revenue”.

Un cambiamento radicale di pensiero.

I concetti principali della Membership Economy sono cambiamenti sostanziali rispetto all’economia classica, concetti che stanno stravolgendo molti mercati (in positivo) a partire, naturalmente da quello dei media. Ecco da dove parte la Membership Economy.

Dalla proprietà all’accesso

Un’evoluzione clamorosa, un’evoluzione simile alla sharing economy che ha fatto passare tutti dalla proprietà al possesso. Cosa significa? Significa passare dalla mera acquisizione di un bene all’accesso, magari con l’acquisto del bene stesso, di una serie di plus e di servizi accessori che facciano sentire importante chi acquista e aumentino il valore di quello che viene acquistato. Oppure si passa dalla proprietà all’accesso di un bene con il suo uso senza la proprietà. Naturalmente anche la partecipazione a un medium implica l’accesso a tutta una serie di documenti e anche al processo di creazione del prodotto editoriale. Insomma, non ho la proprietà di alcunché (non ho la copia cartacea del giornale, per esempio, ma ho l’accesso ai documenti della piattaforma oppure posso incidere dicendo la mia o orientando gli stessi obiettivi editoriali della piattaforma.

Da transazioni anonime a relazioni note.

La Membership Economy si incardina sulla relazione diretta con il cliente, relazione di valore arricchita da elementi personalizzanti. Chi partecipa al progetto basato sulla membership o sulla sottoscrizione è il bene più prezioso di questo modello di business. Il business deve sapere creare una relazione di valore che invogli il cliente a rinnovare il suo impegno stante la peculiarità e particolarità di quello che riceve dalla membership.

Da un solo grande pagamento a tanti piccoli pagamenti ricorrenti.

Beh, la Membership Economy è un patto con il cliente che si rinnova nel tempo ed è basato sul valore. Un elemento importante è la sensazione di libertà che dà la sottoscrizione ricorrente su cui si basa la Membership Economy (ti puoi staccare quando vuoi), ma anche la ripartizione del prezzo su mesi

Da una comunicazione a senso unico (come se un business fosse un altoparlante) a una comunicazione multidirezionale tra le parti che si uniscono sotto l’egida del nome di un progetto.

Questo è il punto nodale della Membership Economy adattata a un progetto editoriale come quello di Algoritmo Umano. La capacità di tenere in piedi una fitta conversazione che produca valore costante nel tempo. Ecco i principi della Membership Economy spiegati per bene da Robbie Kellmann Baxter.

La Baxter intervistata sul canale Yotube della Singularity University.

Il valore economico della conversazione

Cosa si intende per valore economico della conversazione? Si tratta di un valore immateriale che è insito nel rapporto che si instaura tra un medium basato sulle sottoscrizioni e sull’appartenenza a una comunità. Tutti noi, in questo momento, siamo piuttosto disillusi nei confronti dei media tradizionali. Lì vediamo distanti, li vediamo lontani dal nostro modo di pensare e di vivere questa strana epoca.

Allora chiediti: saresti disposto a pagare una certa somma per avere in cambio un mezzo di comunicazione che risponde alle tue domande, un medium che ti ascolta quando parli e che vede la realtà come la vedi tu? Saresti disposto a dare una certa somma per avere pubblicazioni e documenti utili a capire quello che sta succedendo intorno a te? Forse si, ecco: stabilisci quanto. Quello che stai pensando è molto probabilmente il valore economico che dai al lavoro di un medium o di un giornalista che conversi con te e che ti aiuti, con le sue produzioni, a capire il presente per costruire il tuo futuro.

L’esempio di Tortoise

Vuoi capirci di più? Ecco come definisce il concetto Kathie Vanneck-Smith, una delle co-founder di Tortoise, splendido esempio di nuovo medium basato sulla Membership che sta crescendo a Londra e cui Algoritmo Umano vuole ispirarsi.

Intervista di Francesco Facchini a Kathie Vanneck Smith.

Membership Economy e nuovi media

Mentre il mondo assiste a una vera e propria esplosione della Membership Economy, mondo nel quale l’esperienza del cliente viene caratterizzata quasi ad personam, il comparto dei media è ancora lontano dal comprendere bene quali potenzialità potrebbe esprimere un nuovo mezzo di comunicazione basato sull’esperienza del cliente e sulla sua interazione con il progetto. Eppure stiamo andando rapidamente verso siti, app e nuovi hub di informazione che adegueranno alle esigenze del singolo lettore tutta la loro produzione. Algoritmo Umano magari non riuscirà ad avere le risorse, almeno per il momento, di conformarsi a ogni suo singolo utente, ma vuole sviluppare una membership che incontri una community coesa e consistente, la quale si possa giovare delle storie, degli approfondimenti, delle analisi, dei documenti e delle pubblicazioni che AU metterà sulla piattaforma.

Conversazione, progettualità, servizio, interazione, utilità, membership: ecco le parole dei media di domani. Ecco le parole di Algoritmo Umano.

Lascia un commento