Riflettere su come sarà l’economia è un esercizio molto difficile.
Algoritmo Umano ci proverà in questa sezione, seguendo due direttive molto importanti: la tecnologia che migliora l’uomo e la creazione di vero valore aggiunto, di autentica ricchezza. Partiamo dall’economia shut in, ma è solo l’inizio del percorso.
L’economia dentro i confini.
Questo titolo ha poco a che vedere con desideri di autarchia, ma ci aiuta a comprendere cosa succederà nell’economia del futuro. La grave pandemia attraversata dall’Italia nel marzo del 2020 e dal resto del mondo poco dopo darà una grande accelerazione all’economia chiusa, non dentro i confini dello stato, ma dentro i confini della nostra casa. La “shut in economy”, l’economia che arriva direttamente alla tua abitazione, diventerà uno standard con cui si creeranno la maggior parte delle nuove imprese. Dobbiamo abituarci in modo stabile, infatti, a un economia che si sostanzia con la consegna e con la valorizzazione dei mezzi che ci sono in un raggio ristretto di chilometri dal posto in cui viviamo. Questo creerà autentiche tragedie in alcuni settori, ma ne farà risollevare altri e ci farà diventare diversi. Ne parla Gideon Linchfield, direttore della Mit Tech Review in un pezzo che AU ha già citato nella sua analisi sulla società senza contatti che ci aspetta.
Guardare dalla parte giusta.
Il pezzo di Linchfield si addentra in considerazioni sulla società in perenne stato di allerta a causa di un ritorno di questa pandemia o del sopravvenire di altre. Parla anche del pericolo che ci aspetta per questa nuova vita da eremiti che ci attende. Un pericolo di tenuta psicologica, di diseguaglianze sociali e di perdita della privacy se vorremo avere la possibilità di prendere un aereo o di entrare in un cinema. Le compagnie che continueranno a fornire questi servizi, per esempio, potrebbero chiederci il numero di telefono per tracciare i nostri percorsi prima di andare in cabina e volare. Non per spiarci (nella migliore delle ipotesi), ma per sapere se siamo passati vicino a un infetto. In questo scenario dovremo essere pronti a cedere ancor di più pezzi della nostra privacy, per il bene comune. Scenario inquietante, ma possibile.
Noi di AU, tuttavia, preferiamo guardare dalla parte giusta. In questa economia che ti arriva sulla porta di casa, infatti, reggeranno business che creano nuovi modelli, vero valore, consistente e replicabile ricchezza. Questa è la parte dell’economia alla quale vogliamo fare attenzione. Finirà la fuffa. Basta con la finanza speculativa, con i sub prime e gli investimenti spazzatura, con i truffatori, con i creatori di valore sul niente. Basta con i venture capitalist quantitativi e non qualitativi, con le startup che iniziano un business solo per cercare il finanziatore che ci casca.
Rifare il design del valore
Chi vorrà emergere in questo panorama economico deve partire dal cliente, dalla sua domanda, dalla creazione del valore come patto con il mercato nel quale intende mettersi. Non ci sarà spazio per i ballisti. Bisognerà rifare il design del valore proposto con il proprio servizio o prodotto e disegnarlo assieme al cliente. La parte buona della Rete, infatti, abbiamo imparato a usarla, finalmente. Il riferimento è chiaro: ora, chiusi in casa, abbiamo la possibilità di parlare direttamente alle aziende che ci danno quello che chiediamo. Le aziende, chiuse nell’eremo dello smartworking, devono cominciare a rispondere. E a cambiare. Il rapporto col cliente, quindi, ora è biunivoco: Le aziende parlano a chi compra, chi compra parla alle aziende.
Pensare solo in modo scalabile.
L’ economia shut in ci cambierà radicalmente. Ha già cominciato a farlo. Amazon insegna. Economia shut in, quindi, vuol dire anche necessità di pensare a imprese che possano modulare il proprio business pensando glocal e agendo global. Amazon insegna. Ora ci sarà una selezione naturale per chi non parla in modo chiaro con il cliente e per chi non pensa in modo scalabile.
Attenzione ai valori, ai diritti e alle differenze.
Charles Darwin diceva che in natura non vince il più forte, vince chi si adatta. Non tutti, però, potranno resistere a questa onda travolgente di cambiamento. AU economia farà attenzione, quindi, anche ai valori dell’economia, ai diritti dei lavoratori e delle imprese e alle differenze sociali che nuovi business distorti potrebbero creare. L’ economia shut in, infatti, creerà nuovi piccoli regnanti nelle mura di casa, ma anche lavoratori che saranno i nuovi servi del ventunesimo secolo. Sto parlando di chi allestirà le enormi infrastrutture tecnologiche e le nuove reti logistiche che ci faranno essere connessi a tutto il mondo, sebbene confinati, totalmente o parzialmente, in casa nostra. Bisognerà, quindi, rimodulare contratti, collaborazioni, interazioni, modelli di business, di comunicazione e interazione con il cliente.
Ci sarà anche spazio fisico.
AU economia non parlerà solo di economia shut in o ti tech economy, ma anche di economia reale e, perfino, di economia artigianale. Sappiamo in tanti, infatti che questa crisi mondiale distruggerà molte attività legate al contatto fisico con il cliente. Dietro le serrande chiuse dei negozi delle città deserte ci sono molti drammi in corso. C’è, tuttavia, una possibilità da giocare anche per queste. Le attività artigiane, diciamo facenti parte di un’economia che potrebbe essere ribattezzata vintage, potrebbero continuare ad avere interazioni da remoto con i clienti.
Gli artigiani potrebbero continuare a lavorare, i produttori agricoli anche, i negozi anche, se solo provassero a crearsi un modo digitale di agire in tutti i passaggi non fisici del loro lavoro. Poi potrebbero riprogettare le esperienze del cliente negli spazi fisici, per provare un vestito o una scarpa, scegliere un mobile o un manufatto, un orologio o un gioiello. Spazi contingentati, ok, oppure rivenditori automatici. Certo asettici e impersonali, ma pur sempre efficaci. Con costi minori ed efficienza maggiore. Insomma, lo spazio di incontro fisico con il cliente resterà. Sarà minore e diverso, ma resterà.
Valore autentico.
Noi di AU, nel seguire l’economia, cercheremo modelli di business nel quale il valore creato sia autentico. Per l’imprenditore che si assume il rischio, per i lavoratori che realizzano il suo sogno, per i clienti che ricevono, in cambio del pagamento, qualcosa di importante, un valore autentico. Questo è un concetto che resterà, anche se l’economia shut in dominerà il nostro futuro. È facile da individuare e sarà una nostra preoccupazione costante. I falsari non ci piacciono, ve ne accorgerete.
Foto di copertina di Free-Photos da Pixabay
È stato di grande ispirazione per questo scritto l’articolo sull’ economia shut in che si può trovare qui.